Parenti serpenti


Abbiamo il dovere di curare la nostra salute mentale, e di coltivare il benessere generale della nostra persona. Abbiamo il diritto di vivere in pace e serenità la nostra vita, come unica occasione che ci è stata data per farlo. Dobbiamo circondarci di persone che ci vogliono bene per davvero. E dobbiamo allontanare quelli che ci avvelenano l'anima con la loro cattiveria. Anche se sono genitori e fratelli. 


Parenti serpenti, è proprio il caso di dirlo. Forse perché come possono far male loro non può nessuno. Perché si ha fiducia, ci si crede, e invece, capita di essere pugnalati alle spalle. Da un nemico te lo aspetti, da loro proprio no. E la ferita è ancora più grave.

Così è capitato alla borghese Meghan, ormai sposa di Harry di Inghilterra. I fratelli, e il padre, hanno fatto di tutto per osteggiare le nozze. Intrighi familiari che svelano la misera grettezza dei protagonisti, e che mettono in piena luce ed evidenza quanta invidia, e che livore, ci sia proprio nelle famiglie più tradizionali.

Il matrimonio di una figlia dovrebbe essere motivo di gioia per il padre, che invece sceglie di non partecipare alle nozze perché gravemente indisposto - pare abbia avuto di recente un infarto e sia stato sottoposto ad un intervento chirurgico.

I fratelli, che avrebbero dovuto sostenere la scelta d'amore di Meghan, non hanno fatto altro che tramare tra di loro per il fatto di non essere stati invitati alla cerimonia - ma, a questo punto, mi sia concesso di pensare che un motivo precedente dovrà pur esserci stato, se non sono stati annoverati tra gli invitati di Windsor.

Soprattutto disdicevole appare il comportamento del fratello di Meghan che, pur di interferire, ha inviato una missiva ad Harry invitandolo a non sposare la sorella, che non sarebbe stata una buona principessa, e gli avrebbe fatto commettere il più grande errore mai fatto fino ad ora nella storia dei matrimoni regali.

Certo, queste narrazioni estemporanee sono puri eventi di gossip mondano, ma celano, in maniera neppure troppo nascosta, quella rabbia sociale, quella gelosia pettegola e chiacchierona che affligge la famiglia quando uno dei suoi componenti riesce a compiere il salto.

Meghan, a dispetto della sua antipaticissima famiglia, che ha esternato un cattivo gusto assolutamente fuori etichetta, ha finalmente sposato il suo Harry, accompagnata da sua madre, unica rappresentante dell'orribile ed impresentabile clan.

Ecco, se mi fossi trovata a dover giudicare il comportamento di questa tribù di primitivi magari proprio questo sarebbe stato per me il problema più serio da affrontare. Non Meghan, ma i suoi parenti serpenti che, a questo punto, sarebbe bene tenere sempre a debita distanza, per impedirgli di fare del male alla coppia, e di rompere gli equilibri della famiglia nascente.

E se questi episodi raccapriccianti accadono nelle migliori famiglie, immaginiamo cosa possa succedere in quelle della media borghesia.

Piuttosto che farsi la guerra, è meglio mantenere la giusta distanza, quella che - diceva Schopenhauer nel noto dilemma dei porcospini - impedisce di pungersi  gli uni gli altri, facendosi del male a vicenda. 

Un altro nodo che scioglie, paradigmaticamente, questo accaduto, è quello relativo alla credenza che la famiglia costituisca, sempre e comunque, un punto di riferimento, e di approdo sicuro, per tutti i suoi membri.

Ma chi lo ha detto? Così dovrebbe essere, non c'è dubbio. Ma non sempre accade. Spesso, la famiglia diventa il luogo delle incomprensioni, dello sfogo delle personali frustrazioni. Addirittura, in parecchi casi, è la palestra per l'esercizio della violenza sociale, contro i bambini, e contro le donne.

Vorremmo poter salvare ad ogni costo la famiglia, come istituzione, da tutto il marcio che c'è in giro. Ma dobbiamo anche renderci conto che le famiglie sono espressione dello stato di salute della società in generale. E se questa è corrotta, sono corrotte anche loro.

L'invidia tra fratelli è vecchia quanto il mondo, e si fonda sul naturale desiderio di primeggiare, e di essere "il preferito". Basta richiamare alla memoria la narrazione di Caino e Abele.

Perciò, frequentiamo pure i parenti se costituiscono un sano ambiente di crescita e di socializzazione. Ma prendiamo doverosamente le distanze da situazioni emotive che lasciano l'amaro in bocca, che sono esacerbate dalle malelingue e dalla violenza aggressiva dei comportamenti.

Abbiamo il dovere di curare la nostra salute mentale, e di coltivare il benessere generale della nostra persona. Abbiamo il diritto di vivere in pace e serenità la nostra vita, come unica occasione che ci è stata data per farlo. Dobbiamo circondarci di persone che ci vogliono bene per davvero. E dobbiamo allontanare quelli che ci avvelenano l'anima con la loro cattiveria. Anche se sono genitori e fratelli. 

Ecco cosa ha di buono da insegnarci, se così si può dire, la triste storia familiare della "povera" Meghan.

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