Genocidi e pogrom
Nascono dalle parole
M5S e Lega devono imparare a parlare
Lo stato siamo noi (o sono io) - è finita la pacchia lo dite ai vostri figli
Sono frasi che non si possono sentire. Davanti alle quali si rimane come inebetiti, e senza parole.
Perché, a meno di non essere dei perfetti ignoranti, o dei totali imbecilli, queste espressioni hanno dei significati forti, inammissibili in un paese democratico come l'Italia.
La prima frase, lo stato sono io, fu pronunciata da Luigi XIV, il Re Sole, fondatore dell'assolutismo francese del Seicento.
Lo stato assoluto è rappresentato dalla persona del re, il sovrano che governa senza una costituzione, e che detiene tutti e tre i poteri: legislativo, esecutivo e giudiziario.
In questo stato non esiste alcuna ripartizione dei compiti, il re è super leges, e, ovviamente, i sudditi, non liberi e non cittadini - perché cittadini sta per uomini liberi, sono tenuti ad ubbidirgli, ma non ad esprimersi partecipando della cosa pubblica.
Si tratta di una forma di stato dittatoriale tipico dell'Antico Regime, poi ribaltato dalla Rivoluzione Francese, per sostituire al privilegio della casta il diritto e la legge.
Si tratta di una forma di stato dittatoriale tipico dell'Antico Regime, poi ribaltato dalla Rivoluzione Francese, per sostituire al privilegio della casta il diritto e la legge.
Il primo a teorizzare questa forma di organizzazione statale fu Hobbes, scrivendo il Leviatano.
La seconda frase, è finita la pacchia, è l'espressione infelice di un uomo altrettanto infelice, che parla degli immigrati, raccoglitori stagionali di pomodori e uva, nelle nostre campagne.
Quelli che fanno i lavori sporchi, pericolosi e sottopagati che gli italiani non vogliono fare. Quelli che dormono nelle stalle, o dove capita; che sono costretti a comprare da mangiare cibi scaduti a prezzi elevati, nelle botteghe dei loro caporali. Quelli che sono sfruttati e poi rispediti a casa con il foglio di via, se gli va bene. Perché alcuni di loro muoiono di stenti, o per essere stati uccisi, o semplicemente perché spariscono nel nulla. Questa è la pacchia.
I miei alunni, "collega" Conte, già le sanno queste cose. Ma i suoi uomini politici, che hanno iniziato a collezionare gaffes davvero imbarazzanti davanti all'Europa e al mondo, lo ignorano ancora, guarda un po'.
Qualcuno commenta su facebook "facciamoli governare".
Io vi ritengo molto pericolosi invece, almeno altrettanto quelli che vi hanno votato, e vi rispedirei a casa vostra per indegnità, proprio come vorreste fare con i poveri immigrati che arrivano in Italia da regioni economicamente depresse o afflitte e devastate dalla guerra.
Indegnità ad occupare i seggi del Parlamento. Indegnità a pretendere di poter governare un paese democratico. Indegnità che avete già dimostrato attaccando le istituzioni, offendendo la nostra intelligenza e la cultura di questo paese quando vi ponete come governo politico, che di politico ha ben poco, ormai, rappresentando due anime contrapposte e divise del popolo italiano. Indegnità perché, se queste sono le vostre espressioni verbali, immagino quali saranno i vostri successivi atti.
Non starò mai dalla parte di quegli incoscienti che vi hanno affidato il paese.
Io sto con Liliana Segre, e mi riconosco nelle parole del suo discorso pronunciato al Senato della Repubblica.
Io sto con Liliana Segre, e mi riconosco nelle parole del suo discorso pronunciato al Senato della Repubblica.
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