La deriva
Viviamo in un mondo violento, dove l'uomo è tornato ad essere lupo per l'altro uomo.
I femminicidi aumentano, e si conta un fatto di sangue ogni due giorni.
Persino tra ragazzi giovani e minorenni i conti si pareggiano ormai con la pistola.
Si esce di casa ma si teme di essere aggrediti e minacciati da malviventi.
Ma i nemici più pericolosi li abbiamo in casa, o tra gli amici.
Bisogna aver paura dell'altro. Perché insieme non si dialoga più. Si sta su internet, online, a mandarsi cuori dietro gli schermi del pc. O si litiga su una tastiera. Ma l'incontro faccia a faccia è diventato difficile e intollerabile. E spesso culmina nell'esplosione violenta che, non di rado, finisce con la morte di uno dei due interlocutori.
Ma davvero è necessario arrivare a tanto?
Quale movente può essere così rilevante da dover costare la vita?
Viviamo appartati in un mondo di solitudine, in cui il contatto fisico scompare dietro il cellulare. E poi, quando ci si ritrova vicini, non si sa più cosa dire. Né da dove cominciare.
Abbiamo perso l'uso della parola che sa comunicare in modo autentico. Usiamo faccine più o meno sorridenti. Ma non sappiamo dire "ti voglio bene" o "ti amo".
E, difatti, l'amore non esiste più.
Si sta insieme finché si sta bene, per reciproca convenienza. Ma quando la situazione comincia a farsi scomoda per uno dei due, ci si saluta. Passando oltre, iniziando un'altra storia. Dimenticando.
Viviamo chiusi nel nostro fatato castello ideale, senza confrontarci realmente. Isolandoci dal contesto. Sparendo dall'orizzonte fisico e temporale dell'altro. La sola modalità di comunicazione consiste nel patto. Nel fissare paletti. Nel fare compromessi.
E se uno dei due reclama la sua libertà, il diritto di cambiare idea, o di andarsene, se non gli sta più bene, ecco che arriva la violenza, fisica e psicologica, il sopruso.
Perché il dialogo non esiste più, ed è stato sostituito dal monologo in cui, anche se a parlare sembrano essere in due, in effetti ciascuno degli interlocutori non fa altro che esporre con sicurezza le sue idee, senza alcun intento di cambiarle minimamente rispetto a come le sta proponendo.
Sull'onda di questa mancanza di comunicazione, anche le politiche si stanno inacerbando.
La democrazia, quella vera, richiede impegno, ed è un'arte difficile. Perché è complicato tenere insieme le teste. Farle ragionare. Trovare soluzioni. Molto più sbrigativo è dettare legge. Imporre, e pretendere obbedienza ed ossequio.
Il prezzo che stiamo già pagando, e che continueremo a pagare, sarà l'isolamento sociale e politico. Che è un fatto molto pericoloso.
Perché laddove il dialogo viene sostituito dalla forza verbale o fisica, siamo già alla deriva.
Lo scivolamento verso la barbarie di ritorno è già iniziato. Ed il baratro della civiltà si apre ad un solo passo dal punto in cui siamo orrendamente arrivati.
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