Solitudine e dialogo interiore


Molti temono la solitudine, non perché hanno paura di restare soli, quanto piuttosto perché non sanno stare soli con se stessi. 


Il bisogno e la necessità di riempire il vuoto della nostra presenza ci porta a circondarci di gente che ci faccia dimenticare chi siamo.

Prima degli altri, invece, veniamo noi. E finché non sapremo farci compagnia, non ameremo la solitudine.

Una buona occasione per sfruttare al meglio il rimanere soli con noi stessi è il dialogo interiore, che stimola quel "conosci te stesso" di antica memoria socratica.

Come possiamo difatti pensare di stare bene con gli altri se non conosciamo prima noi stessi?

Fino a poco tempo fa si pensava che chi parla con se stesso fosse uno squilibrato.

Oggi si sostiene esattamente il contrario.

Perché il dialogo interiore, in chi lo pratica, migliora l'autostima e la consapevolezza del proprio sé; aiuta a riflettere e ad agire ponderatamente; offre serenità e migliora la relazione con l'altro.

Parlarsi, commentando ad alta voce non soltanto gli eventi negativi, ma anche quelli positivi della giornata, magari facendosi dei complimenti, rende più felici e consapevoli.  

E aiuta a scorgere i lati oscuri della nostra personalità, il buono e il cattivo che c'è in noi, discriminando le emozioni, spesso conflittuali e contraddittorie, che ci assalgono e rischiano di sommergerci, quando non le conosciamo a fondo.

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