Il Salento delle leggende

Misteri prodigi e fantasie in terra di Puglia

Le storie della taranta, i folletti, i Lari, le streghe, i maghi e le principesse, fanno pensare ad un mondo incantato, fiabesco, ancora ancestrale, che si nutre avidamente di credenze popolari, di tipo magico, che nascono proprio laddove la gente entra in contatto con eventi e fatti storici che non riesce a dominare o ad orientare come desidererebbe.

Ho di recente terminato la lettura del libro che Antonio Mele, in arte Melanton, ha pubblicato in prima edizione nel 2015 per l'editore Capone di Lecce.

Misteri prodigi e fantasie in terra di Puglia mi è stato regalato da mio figlio, di ritorno dalle vacanze estive in Salento, nel mese di Agosto.

Il libro mi ha impegnata nella lettura fino ad ora, perché nonostante le sue sole 140 pagine di storie inedite, tra fiabe e leggende salentine, ho avuto necessità di ripensare quelle letture che andavo facendo, senza voler fare di quelle narrazioni una veloce scorpacciata. 

L'ideale sarebbe stato leggere le storie lì sul posto, magari andando a visitare, di volta in volta, i luoghi descritti nei "cunti".

Ma molti di quei paesi li conosco già, altri, come quelli che appartengono alla Grecia Salentina, non ho ancora avuto modo di andarli a visitare.

Il libro di storie popolari rappresenta sicuramente un interessante stimolo a conoscere il Salento, e magari a farci ritorno, per recarsi in quei luoghi ancora ignoti, di cui raccontano le leggende dei Misteri.

Molta della tradizione pugliese è confluita nei cunti.

Le storie della taranta, i folletti, i Lari, le streghe, i maghi e le principesse, fanno pensare ad un mondo incantato, fiabesco, ancora ancestrale, che si nutre avidamente di credenze popolari, di tipo magico, che nascono proprio laddove la gente entra in contatto con eventi e fatti storici che non riesce a dominare o ad orientare come desidererebbe.

I posti che costituiscono lo scenario immaginario dei cunti salentini sono Lecce, Galatina, Gallipoli, Otranto, Melpignano, Santa Maria di Leuca, Castro, Torre dell'Orso, per dirne solo alcuni, che mi sovvengono in questo momento. Ma vi sono anche località meno note come Tricase, Giuggianello, Cutrofiano, Roca Vecchia, Torre Sabea. 

Due storie sono ambientate in provincia di Bari, ad Acquaviva delle Fonti e a Gioia del Colle. Una in provincia di Foggia, a Cerignola.

In ciascuno di questi luoghi vi sono usi, costumi e tradizioni popolari, che vengono raccontati e tramandati attraverso i cunti. E in ogni racconto vi è quel pizzico di follìa e di magia che invita a credere possibile la realizzazione dell'immaginario individuale e collettivo del popolo.

D'altra parte, la fantasia popolare è patrimonio integrale della cultura e della civiltà salentina e pugliese, e va riconosciuta e scoperta nella sua tradizione, intimamente radicata tra la gente, se non si vuole fare una ricostruzione storica o etnografica distante e poco veritiera della condizione, tuttora attuale, di questa favolosa terra del Mezzogiorno italiano.

Il Salento sorprende sempre, per la bellezza naturale delle acque e delle spiagge marine, ma deve essere conosciuto anche per quella storia antica, e per la sue tradizioni più povere ed umili. Perché queste sono le radici di un sapere più intellettuale e dotto, che ha potuto fiorire solo a partire da quei presupposti.

Il pugliese Antonio Mele è uno dei disegnatori satirici italiani più apprezzati sul nostro territorio, ma si occupa anche di scrittura. Salentino, originario di Galatina, dove è nato nel 1942, è giornalista e vive e lavora a Roma. 

Nel corso della sua carriera ha conseguito numerosi e prestigiosi riconoscimenti, tra i quali la Targa del Presidente della Repubblica Italiana e il Premio del Consiglio d'Europa a Berlino.

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