Nessuna come me

In amore sono all'antica. Nel senso che accetto i ruoli, anche se questi non devono essere fissi, ma intercambiabili. Mi piace il corteggiamento. E gradirei, dal mio uomo, che mi amasse e mi rispettasse, mettendomi al primo posto nella sua vita, e facendolo capire chiaramente. Non perché sono insicura. Ma perché credo di meritarmelo. Ma anche di averne bisogno.

In amore sono una donna della vecchia generazione. Quella che voleva che gli uomini corteggiassero le donne, che si aspettavano telefonate e mazzi di rose, o cioccolatini a S. Valentino. Quella degli uomini che pagavano in pizzeria o a ristorante, se ti invitavano a cena. Che ti portavano al bar, per un caffè o un gelato. Che ti passavano a prendere in macchina, e ti riaccompagnavano a casa, senza mai lasciarti da sola per strada.

Era la generazione del "buongiorno" al mattino, quando il tuo uomo ti svegliava con una telefonata, anche di pochi minuti, per rassicurarti del suo amore, e del fatto che sì, stavate ancora insieme, e che lui era sempre innamorato di te.

Per la buonanotte non c'era bisogno di telefonarsi. Perché quella si dava con un bacio, prima di rincasare, ciascuno rigorosamente a casa propria.

All'epoca non si conviveva prima del matrimonio, se non in casi davvero eccezionali. E non si facevano vacanze insieme nel periodo della conoscenza e del fidanzamento. 

Non esistevano messaggi, non c'era ancora internet. Il telefono che si adoperava per comunicare era quello fisso, di casa, che disturbava genitori e fratelli, perché toglieva loro la possibilità di essere a loro volta rintracciati, e di parlare con l'esterno, se ne avessero avuto bisogno.

Perciò ci si sentiva a voce, con chiamate di pochi minuti, e per le vie brevi. Il tempo necessario a raccontarsi quello che ci si doveva dire, per poi prendere appuntamento e vedersi.

I rapporti a distanza non erano l'ideale, e reggevano poco. Perché si viveva di presenza, di sguardi, di carezze. E ogni sera ci si vedeva.

Non era concepibile che la giornata terminasse senza essersi incontrati, oltre che sentiti per telefono. E quando le uscite e gli incontri si diradavano, o si riducevano ai fine settimana, già voleva dire che c'era una crisi in atto, e che probabilmente ci si stava sentendo e vedendo anche con altri. Perciò, se il periodo di raffreddamento non si spegneva subito, spesso ci si lasciava, e si iniziavano altre storie.

Per la donna che aveva studiato era importante che ad un certo punto della vita si cominciasse a pensare al lavoro e alla carriera. Ma mai superando l'uomo con il quale si era in coppia. Era disdicevole per una donna entrare in competizione con il maschio, e ancora di più se quell'uomo era anche il suo compagno di vita. Il ruolo fondamentale, ed imprescindibile, della donna, nella famiglia, rimaneva quello di sposa e di madre devota. Amata e rispettata sopra ogni cosa.

La donna era, per queste ragioni, anche più giovane del suo compagno, perché l'inesperienza, e la sua tenera età, finivano per giustificare la dominanza del maschio in famiglia.

Erano ruoli piuttosto rigidi che, se esasperati, potevano risultare aberranti. Ma per le coppie che si amavano profondamente, portandosi rispetto, costituivano quei paletti insormontabili della relazione, utili ad arginare gli eccessi e la degenerazione dei rapporti uomo donna.

Da sempre ci sono stati uomini traditori, fedifraghi, violenti, padri e mariti padroni. E questi argomenti erano tabù, se ne parlava poco, e si sapeva quasi niente delle vicende disdicevoli, che rimanevano nascoste nel privato delle famiglie. Come fosse una vergogna anche il solo fatto di poterne stare a parlare.

Probabilmente, però, il pudore del riserbo, e anche questa rigida divisione dei ruoli familiari, consentivano all'uomo e alla donna di sapere esattamente come potersi collocare all'interno della famiglia, occupando il loro reciproco posto, senza timore di venire scavalcati o di essere soverchiati reciprocamente. 

La fissità dei ruoli delle coppie tradizionali garantiva la serenità dei coniugi, e metteva al riparo da possibili degenerazioni del rapporto uomo donna.

Anticamente, esisteva il delitto d'onore. Ed era anche questa una forma di aberrazione, poi riconosciuta e modificata dalla legge del diritto di famiglia. Ma laddove i rapporti tra marito e moglie erano improntati alla normalità, tra uomo e donna esisteva un rispetto sacro e una devozione oggi purtroppo sconosciuta, anche nelle coppie più innamorate e unite. La donna non avrebbe mai tradito. L'uomo non avrebbe mai abbandonato la famiglia, pur consentendosi qualche scappatella di poco conto.

Io sono all'antica. Nel senso che accetto i ruoli, anche se questi non devono essere fissi, ma intercambiabili. Mi piace il corteggiamento. E gradirei, dal mio uomo, che mi amasse e mi rispettasse, mettendomi al primo posto nella sua vita, e facendolo capire chiaramente. Non perché sono insicura. Ma perché credo di meritarmelo. Ma anche di averne bisogno.

Diversamente, non mi interessa.

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