Raccolta differenziata a scuola


Dicono che bisogna tornare a studiare l'Educazione Civica...e ben venga!!!

Nelle aule della scuola pubblica italiana, nel corso delle lezioni, e a fine giornata, si osserva però uno spettacolo desolante.

A terra c'è di tutto. Carta, fazzolettini, bottigliette di plastica vuote.

E i banchi poi...lasciati alla rinfusa, senza ordine alcuno. E le sedie lontane e spesso sparpagliate in disordine in altri spazi della classe.

Nulla di più distante dal Giappone, dove a fine lezione gli studenti sono impegnati nella pulizia degli ambienti che hanno abitato per tutta la giornata scolastica.

E, ad onor del vero, anche in alcuni istituti religiosi, che chi scrive ha avuto il piacere e la gioia di frequentare, c'erano queste buone abitudini. Al suono della campana di fine giornata, in attesa che arrivassero i genitori a prelevarci, eravamo  tutti impegnati nella pulizia dell'aula: chi spazzava; chi raccoglieva; chi spolverava i banchi; chi lavava a terra. Nessuno si è mai lamentato. Era come se facessimo economia domestica. E non era poi tanto male,

Si discuteva, perciò, con alcuni colleghi della necessità di promuovere almeno la raccolta differenziata all'interno delle aule stesse, per consentire una maggiore informazione e sensibilizzazione sul tema. E soprattutto per coinvolgere direttamente gli alunni, che demandano tutto ai collaboratori scolastici, usando il pavimento come pattumiera a soffitto aperto. Né più né meno che quello che stanno facendo gli adulti di altre generazioni sotto il cielo...stellato...di Kant...

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