Maturità 2020
Tema di Storia e colloquio senza buste per la maturità 2020. Il Ministero ha (finalmente) recepito l'importanza della Storia, e la reintroduce nelle prove scritte, con una traccia espressamente dedicata alla disciplina.
Fioramonti sostiene, poi, che l'esame non può essere una lotteria, e che bisogna evitare di stressare i candidati, che devono concentrarsi sullo studio serio, per migliorare i livelli delle performance, piuttosto che allenarsi a fare giochini.
Mi chiedo dove sia stato il MIUR, in tutti questi anni, visto che ha stressato abbondantemente i docenti, che dovevano essere impegnati sull'esame, piuttosto che sul gioco delle tre buste, modificando poi, ogni anno, da due anni a questa parte, le regole dell'esame di maturità.
La scuola naviga a vista. Si decide di anno in anno, e ogni Ministro che occupa la poltrona vuole dire la sua - è il caso dell'attività di alternanza Scuola - Lavoro (ASL) rinominata Percorsi per le Competenze Trasversali e di Orientamento (PCTO) senza che, nella sostanza sia cambiato nulla, se non che, nei licei, l'ASL era di 200 ore, ridotte nel PCTO a sole 90. E tutto questo nel giro di due, tre anni, da quando, nel 2015, si è cominciato a parlare di percorsi di alternanza, introdotti in tutte le scuole dal governo Renzi.
La scuola ha bisogno di continuità, come l'attività di insegnamento, e non di sigle che cambiano di continuo, lasciando invariata, nei fatti, la sostanza delle cose. Il cambiamento, se c'è, non può limitarsi ad essere un mero espediente di facciata, ma deve sostanziarsi nella natura dei metodi e delle strategie adoperate in aula. Non è importante cambiare le parole, se a questo cambiamento non corrisponde una rivoluzione culturale all'interno del sistema scolastico.
Sull'esigenza della ricerca pedagogica e didattica prevale, invece, il bisogno di visibilità dei gruppi di partito, degli schieramenti e dei protagonisti delle vicende politiche italiane. Sicché, per ogni Ministro della Pubblica Istruzione che si avvicendi, è lecito aspettarsi, ormai, un cambiamento, anche solo epidermico e superficiale, che non va ad incidere, in profondità, nel tessuto educativo e formativo della scuola italiana.
E lei, Ministro Fioramonti, ci viene a parlare di stress? Lei, che si è ricordato del valore formativo della Storia? Lei, che ha capito che l'esame non è un gioco a premi? Mi viene da sorridere davanti a queste banalità. E mi meraviglia che ovvie evidenze come queste sue affermazioni non abbiano scalfito, prima di lei, i pensieri di chi ha occupato la sua stessa poltrona lo scorso anno, quando si era tutti presi dalla smania di modificare, ad ogni costo, l'esame di maturità, non importava se in meglio o in peggio.
Per me l'esame resta un esame, cioè una prova, scritta e orale, nella quale una commissione di docenti deve accertare conoscenze, abilità e competenze dei candidati. Meno la complichiamo con giochini vari, meglio è. Soltanto in questo modo si potrà riaffermare con forza il valore dell'esame di maturità e quello dell'impegno di studio, che è l'unica carta vincente per poter completare in maniera onorevole il percorso liceale e tecnico professionale della scuola secondaria superiore. Sarebbe proprio ora di finirla con la pagliacciate. Torniamo ad essere credibili e seri.
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