Tolo Tolo


L’ultimo film di Checco Zalone, Tolo Tolo, è un successo da quando è apparso nelle sale cinematografiche di tutta Italia, il primo gennaio 2020, scalando le classifiche, fino a guadagnarne il vertice.

L’attore pugliese, Luca Medici per i suoi concittadini baresi, che in questa produzione esordisce anche come regista, non è nuovo a fare il boom di presenze a cinema, andando contro tendenza e sfidando le lunghe file al botteghino per la visione della pellicola.

In questa narrazione Zalone è un cittadino di Spinazzola,  località nota nella Bat per la produzione di salsiccia a punta di coltello, dove il protagonista decide di intraprendere un’attività imprenditoriale fondata sull’offerta del sushi. Nel giro di breve tempo il locale fallisce e la situazione debitoria ricade inevitabilmente su tutta la famiglia, anche per la tempestiva fuga di Checco, che decide immediatamente di espatriare, in Africa, per dare vita al suo sogno.

Qui deve però vedersela con i terroristi islamici, affrontando anche una forma di razzismo al contrario, di cui è vittima, e che tuttavia Zalone preferisce alla rabbia dei suoi parenti, diventati ormai tutti suoi creditori.

Quando però il gruppo di immigrati di cui diventa membro decide di andare in Europa, Checco vorrebbe quasi evitare l’approdo in Italia, da dove alcuni suoi congiunti, avendo scoperto la truffa da lui messa in atto con la sua fuga, gli chiedono esplicitamente di estinguersi, o in ogni caso di fingersi morto, per rendere solubile, così, anche la sua ingente situazione debitoria, permettendo loro di riscattare un ricco premio assicurativo sulla sua persona.

Zalone è amaro nei confronti della sua terra e dei suoi legami, che rappresenta in maniera fortemente disincantata e a tinte assolutamente vivide e realistiche.

L’Italia appare come un paese di poveracci, che possono condividere la loro miseria con quella degli immigrati, perché nella storia sono stati immigrati a loro volta, ma che preferiscono farsi la guerra, gli uni contro gli altri, scatenando conflitti di relazione, in famiglia, e alimentando rigurgiti mai sopiti di atavico fascismo, nei confronti di altri ceppi razziali, con la medesima dabbenaggine che ha fatto credere loro di potersi assimilare alla razza ariana, nel corso del secondo conflitto mondiale.

In questo senso Tolo Tolo è un film di sinistra, non perché schierato politicamente a sinistra, ma perché caratterizzato ideologicamente e con forza in tal senso.


Un bel film, che termina come una favola alla Mary Poppins, e che consiglio di andare a vedere, perché si ride, senza rinunciare a pensare, e nella maniera più seria possibile.

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