La particola agglutinata



Vorrei spezzare una lancia a favore di tutti i celiaci perché, più di quelli che soffrono per una sensibilità al glutine, patiscono una vera e propria intolleranza alimentare, che può avere risvolti anche molto seri, nella loro vita, a breve e a lungo termine.

Pur essendo ormai molto diffuse, difatti, le intolleranze alimentari, sono ancora troppo pochi gli esercizi che permettono, a chi suo malgrado ne soffre, di acquistare ovunque quei prodotti senza glutine, ma anche senza lattosio, che consentono di nutrirsi in modo sano ed equilibrato.

Spesso, infatti, gli stessi supermercati non sono "attrezzati" per tutte le tipologie di prodotti, e tocca mettersi in macchina e fare chilometri per andare a procacciarsi ciò di cui si ha bisogno.

Trovo che questa carenza costituisca una diminutio di civiltà, dove si manifesti. 

Ancor più grave è la questione delle particole agglutinate che impedisce a messa di prendere l'Eucaristia a chi soffre di allergie, sensibilità e intolleranze.

Perché, considerato il numero ormai in salita dei "sofferenti" per problemi alimentari, sarebbe buon senso produrre soltanto e solo ostie gluten free.

Si andrebbe così ad evitare quella situazione così antipatica che esplicita all'assemblea dei fedeli quel qualcuno con intolleranze dichiarate e conclamate.

E soprattutto sarebbe meno problematico per chi soffre prendere l'Eucaristia senza dover preventivamente dichiarare nulla.

Lo dico perché a me è capitato di espormi con il parroco della chiesa che frequento, ma di sentirmi rispondere che quando volessi prendere il Corpo di Cristo avrei dovuto recarmi a messa in anticipo, prima dell'inizio della celebrazione, per riferire al sacerdote le mie intenzioni, e permettergli di benedire la particola senza glutine, da prendere per me al momento del rito.

Io, però, che nella mia vita corro di continuo, non arrivo quasi mai in anticipo, anzi spesso entro in chiesa a messa già iniziata, perciò mi è di fatto preclusa la possibilità di comunicarmi, causa la mia sensibilità, e la mancanza di disponibilità effettiva di particole senza glutine, già consacrate e pronte per essere distribuite ai fedeli.

Mi chiedo perché le parrocchie non contribuiscano a facilitare l'accesso al rito eucaristico a chi già vive una condizione di difficoltà e, non di rado, anche di discriminazione, perché non tutti hanno la capacità di rispettare chi soffre di intolleranze alimentari.

In tutto ciò anche la chiesa va a complicare la situazione con le difficoltà che oppone a chi vive il problema. 

Sarebbe ora che un Papa così vicino alla gente, come lo è Francesco, si fermasse a riflettere sulla questione, predisponendo per tutti particole senza glutine, che non farebbero male a nessuno e consentirebbero a chiunque di accedere al rito, senza dover nulla specificare o aggiungere sul personale stato di salute.

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