Sanremo
Una noia mortale...
Tutti si ostinano a dire che è stato un grande Festival.
Per me è stato solo un Festival da sonno, questa settantesima edizione di Sanremo, con un Benigni che ha sproloquiato su non so che cosa per molti minuti.
Praticamente mi sono addormentata, vedendolo, quattro sere su cinque, se tanto è durato.
Due uomini, anche se eccellenti showmen, sono troppo tristi per presentare da soli.
Le donne che si sono alternate al loro fianco sono state tante, ma senza continuità, per lo spettatore disorientato.
Antonella Clerici è stata simpatica, come al solito.
Bravi i Ricchi e Poveri, Tiziano Ferro, Massimo Ranieri, Albano e Romina. Il resto, compreso un Piero Pelù redivivo, è noia vera. Sebbene la canzone che ha portato in scena valesse l'applauso.
In sostanza hanno vinto i classici, e un Achille Lauro che, ancora una volta, ha saputo rompere gli schemi, interpretando a Sanremo noti personaggi come la Regina Elisabetta.
Poi, pochi fiori in scena per un palco molto ricco di luci e con uno sfondo scenograficamente buio e decisamente poco illuminato.
Niente di che il cantante vincitore della sfida giovani.
Altrettanto per la proposta dei big che ha vinto il festival. C'erano canzoni più belle che non sono state premiate.
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