Quarantena

Non sappiamo tacere...è la fede che ci manca...ancora...

Impariamo a tacere...prendiamo a modelli del nostro esistere Maria e Gesù. Entrambi hanno detto il loro silenzioso sì, nella gioia e nel dolore, uniti nella croce della storia umana e divina dal grande amore e dalla incrollabile fede in quel Dio che ha poi permesso che giungesse anche la Domenica di Pasqua, dopo quell'orribile notte del Venerdì Santo, in cui si pensava e si diceva "tutto è compiuto"

24esimo giorno...Conosco ogni angolo della mia casa, più di quanto non lo sapessi già prima.... 

Ogni luogo di confort o di lavoro, che ho dovuto attrezzare per lo smart working. 

Ormai faccio tutto nelle quattro mura domestiche, entro le quali mi sento protetta, e avvolta. 

In casa non manca il calore umano e familiare. Forse ce n'è addirittura un po' troppo. 

Per fortuna esistono ancora i balconi, e le belle giornate di sole, come questa.

Mi auguro che voglia scoppiare presto la primavera, in tutti i suoi profumi e colori, con le giornate che si allungano per via dell'ora legale. E che quell'ora di sole in più che mi viene concessa voglia brillare tiepidamente, riscaldando il mio motore interiore. 

Dandomi voglia di fare e di essere, nonostante tutto il grigiore che esiste nel mondo.

Sento forte il bisogno di essere motivata a continuare in questa battaglia. Anche se i numeri mi lasciano ogni sera sgomenta. E mi fanno a tratti disperare, che questa lunga notte della storia possa presto davvero finire.

Voglio tornare a uscire liberamente, a passeggiare all'aria aperta e nei centri commerciali. Voglio poter scegliere cosa comprare e cosa cucinare, senza dovermi sentire obbligata a terminare la scorta di cibo che ho ancora nel frigo, per risparmiarmi, ed evitare di varcare la soglia di casa.

Perché è facile, in questi giorni, pensare che ogni volta che si spalanca l'uscio si apre la porta anche al virus che, silenzioso ed invisibile, sta lì in agguato pronto a poter colpire ancora, per impadronirsi del respiro e della vita.

Che stiamo tutti pagando il caro prezzo del nostro irrispettoso disprezzo per gli equilibri della natura è troppo chiaro ad ognuno.

Nel momento in cui ci siamo ritirati nelle nostre case l'aria è tornata ad essere respirabile. E forse il nostro pianeta aveva bisogno di disintossicarsi proprio dal nostro dominio strapotente e  dissacrante.

Adesso è necessario tornare alla dimensione interiore, leggendo dentro e imparando a discernere il bene dal male, il giusto dall'ingiusto, la virtù dal vizio, la parsimonia dal lusso, l'eleganza dalla lussuria.

Non è un tempo perso, questo, se lo si impiega per comprendere che l'essere umano non ha poi bisogno di grandi cose per esistere e vivere. Basta il respiro, e la giusta connessione con il contesto e con l'ambiente.

Bisogna tornare ad apprezzare questo rapporto equilibrato con la natura e con le cose. A cercare l'armonia tra noi e tutti gli altri esseri del creato. A rispettare il sacro vincolo filiale che ci vede creature di Dio, e non depositari della libertà illimitata ed indiscriminata di scegliere come agire, per noi stessi e per gli altri.

Si deve tornare ad ascoltare il respiro del pianeta, perché non ci venga sottratto il nostro. A comprendere l'altro, per non restare privi di accoglimento. 

Anche in questi giorni di assoluto smarrimento, e di grande tristezza, ciò che sorprende è la valanga di parole, dette e scritte ovunque online. Non potendo andare a dirle in giro, è stato letteralmente assalito lo spazio virtuale dei social network, delle chat di gruppo su whatsapp, delle dirette online da facebook, e da ogni dove.

Quante chiacchiere, quanto clamore!

Nessuno riesce a tacere. Nessuno è capace di fare vuoto e silenzio dentro di sé, e nel proprio cuore, per apprendere ad essere una presenza silenziosa, accanto agli altri.

Possibile che abbiamo tutti la necessità di affermare la nostra esistenza mondana esclusivamente attraverso la chiacchiera?

Davvero non riusciamo ad "essere" in un altro modo che non sia quello dell'abitudine ad urlare al mondo la nostra presenza?

Non smettiamo di esistere se impariamo a tacere. Non perdiamo valore e importanza se rimaniamo in silenzio. Non sminuisce la nostra presenza se diventiamo più sobri nel riflettere e nel parlare. Anzi...

Eppure...cosa è tutto questo rumore...questo chiacchiericcio vuoto ed inconcludente, che riesce a ripetere all'infinito sempre le stesse parole...che ascoltiamo esterrefatti da giorni e giorni, persino nei programmi scientifici trasmessi in tv sull'aggressività del nuovo virus, e sulla cura che dovremmo avere nei nostri comportamenti...

E così siamo diventati tutti virologi, storici, filosofi, e psicologi....

Ma impariamo a stare zitti, un po'...Impariamo a riflettere in silenzio...un po'...Apprendiamo qualcosa, almeno in tempo di quaresima, nella storia di un così grande dolore, che avrà certamente delle spiegazioni nei nostri costumi immorali, nella nostra volgarità di internauti e tecnici convinti della nostra strabordante presunzione di tutto conoscere e sapere.

Impariamo a tacere...prendiamo a modelli del nostro esistere Maria e Gesù. Entrambi hanno detto il loro silenzioso sì, nella gioia e nel dolore, uniti nella croce della storia umana e divina dal grande amore e dalla incrollabile fede in quel Dio che ha poi permesso che giungesse anche la Domenica di Pasqua, dopo quell'orribile notte del Venerdì Santo, in cui si pensava e si diceva "tutto è compiuto".

E invece... non sappiamo tacere... è la fede che ci manca... ancora...


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