Il tempo delle mele

Il comportamento in pubblico non può essere lo stesso che in privato. In pubblico i ragazzi devono imparare ad essere corretti e rispettosi degli altri e del contesto entro il quale si trovano. In aula, nei corridoi, a scuola, bisogna far comprendere loro che è necessario mantenere il decoro.

Insegno da anni e, nel corso della mia esperienza, ho avuto modo di osservare i giovani e i loro atteggiamenti. Entrano a scuola bambini, a quattordici anni, ed escono dal liceo che sono ormai adulti. 

Molti dei ricordi più belli della loro stagione adolescenziale si sono formati tra i banchi di scuola, in quel periodo critico, così difficile, che sembra impossibile, a tratti di potercela fare. Eppure si va avanti. Si diventa grandi. 

Ma all'università, dove i nostri ragazzi hanno fretta di arrivare, non sarà mai più così. Non ci sarà la condivisione della giornata in classe; il chiacchiericcio sugli insegnanti; la lamentela per ciò che non va a scuola; i pomeriggi a telefono per aiutarsi nei compiti a casa; le sere a studiare per il compito o la verifica del giorno dopo. Le feste dei diciottesimi. La gita di quinta...

Chi non ricorda i primi innamoramenti, le cotte, il sentire le stesse cose che Dante ha scritto a Beatrice; che ha fatto passare notti insonni al Leopardi della sua Silvia?

I ragazzi innamorati sono dolcissimi e teneri, ma alcuni di loro non hanno ancora imparato che bisogna essere corretti, che non è ammissibile che ci si abbracci e baci in aula, o che ci si sieda l'una sulle ginocchia dell'altro.

Il comportamento in pubblico non può essere il medesimo di quello che si tiene in privato. In pubblico i ragazzi devono imparare ad essere comunque corretti e rispettosi degli altri e del contesto, entro il quale sono tutti compagni di classe. In aula, nei corridoi, a scuola, bisogna far comprendere loro che è necessario mantenere il decoro, rispettando il luogo in cui si trovano a stare.