Buona Scuola


Il bonus premiale ha determinato la corsa all'incarico, con pochi referenti che si occupano di coordinare tutti i progetti.

Il mondo del lavoro, e la sua  burocrazia, costringono il professionista di ogni categoria ad arrabattarsi con ciò che ha per far funzionare al meglio le cose. Questo è il sistema italiano.

Prendiamo in considerazione la riforma della Buona Scuola, legge 107, con l'introduzione del bonus premiale per i docenti. Il solo splendido risultato di questo sistema motivazionale è stato che tutti, improvvisamente, si sono scoperti pieni di interessi e di voglia di fare, sgomitando con chi aveva lavorato sui  progetti, anche a costo zero, per anni.

Ha avuto così inizio quella che, nei corridoi, viene sottilmente definita "guerra dei poveri", dove tutti sono contro tutti, pur di accaparrarsi un incarico, o di partecipare ad un progetto, nella speranza di ottenere il tanto agognato punteggio, utile per il raggiungimento del bonus.

Un ulteriore equivoco si è creato perché, contrariamente ai principi dell'amministrazione trasparente, con l'autonomia dei dirigenti molti di loro hanno scelto di non rendere noto l'elenco dei "premiati". 

Quindi, al di là delle voci, nessuno sa con certezza chi abbia vinto cosa. Eppure si sta parlando dei "nostri" soldi.

Il bonus premiale ha, perciò, determinato la corsa all'incarico. Ed accade che vi siano persone che si trovano ad essere referenti di qualunque progetto. 

La legge sulla Buona Scuola ha finito, così, per rinfoltire il numero, già cospicuo, della corte del re, finendo per dimenticare quasi del tutto quelle competenze chiave, alla base di ogni buon insegnamento che, silenziosamente, chi lavora impartisce nelle aule, con i propri ragazzi. Perché, non dimentichiamocelo, la scuola è questa. Che piaccia o no.

Non sono i titoloni sui giornali, le interviste rilasciate ai giornalisti locali, le apparizioni in tv, i flash dei fotografi ai convegni organizzati per l'open day - che dura tutto l'anno scolastico.

Con ciò non voglio dire che della famigerata legge 107 sia tutto da buttare. O che non si debbano fare gli Open Day, e che si debba  scegliere volontariamente di restare ai margini. 

Anche i 500 euro, che vengono annualmente elargiti ai docenti, sono un buon investimento, perché consentono a molti di frequentare corsi, di acquistare libri, di fare abbonamenti a cinema e a teatro. Attività utilissime per aggiornarsi senza perdere il contatto con la realtà del mondo fuori della scuola.

Capitolo a parte merita la vexata quaestio dell'alternanza scuola lavoro, perché è materia troppo complessa per essere ridotta a poche righe a margine di questo post. Ma, avendola praticata come tutor d'aula per tre anni, non sarei così disfattista sull'attività progettuale vera e propria, sebbene le modalità di svolgimento avrebbero bisogno di qualche aggiustatina.

Sono, difatti, da rivalutare le ricadute positive dell'asl (alternanza scuola-lavoro), in termini di abilità e competenze che consentono ai giovani di acquisire quelle trasversalità flessibili ed adattabili al mondo del lavoro in generale.

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