Auschwitz-Birkenau
Il Memoriale dell’Olocausto, situato in Italia al binario
21 della stazione di Milano, era la prima tappa del viaggio della morte, per i
deportati, perché era proprio da lì che partivano i treni della soluzione
finale diretti ad Auschwitz-Birkenau, dove si sarebbe consumato l’olocausto
voluto da Hitler.
I deportati erano Ebrei, preti cattolici, comunisti,
omosessuali, zingari, handicappati, dissidenti politici, criminali comuni, e
tutti coloro i quali si opponevano al regime nazifascista.
Il Museo dell’Olocausto, situato nei blocchi della vecchia
caserma, poi adibita a campo di concentramento, ad Auschwitz, impressiona molto
di più delle stesse baracche di Birkenau.
Probabilmente proprio perché se all’interno dei moduli abitativi
di Auschwitz, o delle baracche di Birkenau, per quanto fossero squallide, si
respirava ormai un’aria di passato, nel Museo dell’Olocausto la vita, così come
l’avevano condotta i deportati fino ai campi di sterminio, per la soluzione
finale, era ancora orribilmente presente nei loro oggetti di vita quotidiana,
come le stoviglie; il necessario per la toelette, e persino gli stessi capelli
dei deportati, che venivano utilizzati per farne tessuti, o imbottiture di
cuscini e materassi.
Tutto veniva riciclato, occhiali, scarpe, valigie. E quei
disgraziati perdevano ogni dignità umana, spogliati persino degli abiti, a
coprire la nudità dei corpi, brutalizzati e sfigurati dalle dure condizioni di
sopravvivenza imposte nel campo: freddo; fame, sevizie e punizioni, che
conducevano alla morte un gran numero di quelli che, più fragili
psicologicamente e meno resistenti fisicamente, morivano di stenti ben prima di
approdare alle terribili camere della morte, dove sarebbero stati sterminati
col gas Zyklon B, per essere poi ridotti in cenere nei
forni crematori.
Ma il monumento alla Memoria Storica che lascia una traccia
indelebile nelle menti e nei cuori dei visitatori resta comunque il campo di
sterminio di Auschwitz-Birkenau che, come ogni monumento che abbia dignità di
questo nome, è una viva testimonianza dell’orrore di quegli anni bui della
storia del Novecento.
A pochi chilometri da Cracovia, città che ha dato i natali
al grande Papa Giovanni Paolo II, ormai Santo, Auschwitz-Birkenau è lì a
mostrare l’abisso in cui si può precipitare quando una qualunque ideologia, il
potere o il denaro sostituiscono la centralità che l’essere umano dovrebbe
sempre mantenere sul palcoscenico della Storia, come soggetto e giammai oggetto
degli eventi e dei fatti nel loro dipanarsi e accadere.
Commenti
Posta un commento